Introduzione

Non è certo un buon momento per la cinofilia italiana. Ogni giorno la cronaca racconta di episodi di aggressione da parte di cani che sfuggono al controllo dei proprietari. I nostri figli non possono più giocare liberamente per strada per colpa dei pittbul e dei doberman, o più precisamente dei loro proprietari che sempre più spesso non li sanno gestire.
E malgrado tutto ciò i nostri politici continuano a non fare niente. Chi volesse gestire il proprio cane in modo responsabile, dovrebbe sborsare di tasca propria molto denaro per iscriversi a una scuola d’obbedienza, spesso senza ottenere una risposta adeguata alle proprie esigenze. I comuni, infatti, non organizzano nessun corso. Le conoscenze relative all’addestramento sono in possesso di pochi istruttori che sono sempre più spesso orientati a occuparsi dell’agonismo sportivo anziché a formare cani che siano soprattutto dei buoni cittadini. Il mondo delle scuole, poi, è una vera autentica jungla. L’attività non è regolamentata in nessun modo, ed è molto facile finire in mano a persone incompetenti che ci rovinano il cane.
Ma anche se si avesse la fortuna di incontrare uno dei pochi istruttori competenti, dobbiamo comunque rassegnarci a un tariffario, a dir poco, proibitivo.
Ho quindi deciso di pubblicare questo utilissimo manuale in cui per la prima volta i segreti degli addestratori vengono divulgati anche tra il grande pubblico, permettendo a ogni persona armata di buona volontà di educare il proprio cane senza subire il salasso economico delle scuole d’addestramento.

Premessa

Una panoramica generale: le tre scuole

Vi sono diversi approcci all’addestramento. Anche i meno esperti avranno sentito parlare delle famose tre filosofie fondamentali che stanno alla base dell’insegnamento. Il metodo gentile, il metodo coercitivo e quell’altro.
Il metodo gentile è un metodo molto giovane (meno di vent’anni) che deve ancora affinarsi e che non porta ancora grandi risultati. E’ fondamentalmente basato sull’abolizione delle punizioni e sull’utilizzo di soli premi.
Il metodo coercitivo, che descriverò più dettagliatamente nel paragrafo successivo, è invece l’antichissimo metodo del “bastone e della carota”. Consiste nel premiare i comportamenti graditi, ma soprattutto nel punire severamente i comportamenti sgraditi.
Chi, invece, adotta il terzo metodo, chiamato anche “la via di mezzo”, accetta la logica del metodo gentile, pur non disdegnando un qualche calcetto ogni tanto.

Il metodo coercitivo

Ognuno è ovviamente libero di seguire la strada che preferisce. Il metodo che propongo io  e che ritengo più valido è quello comunemente chiamato “metodo coercitivo” o delle “maniere forti” e non solo contro la forfora. E’ sicuramente la scuola più antica, quella se vogliamo più istintiva, ma
che, proprio per questo si avvicina maggiormente al modo di pensare del cane.
E’ quindi il procedimento di più facile comprensione. Si può contare su una maggiore abilità degli addestratori affinata negli anni. E ciò non può avvenire nella scuola “gentile” che è nata solo pochi anni fa.
Il proposito dei gentilisti sarebbe quello di evitare il più possibile ogni forma di disagio da parte del cane, al quale si richiedono particolari prestazioni. Ovviamente parlo dei gentilisti veramente convinti, non degli opportunisti che si definiscono tali solo perché è di moda e perché hanno più probabilità di avere clienti paganti. Abolendo ogni forma di punizione e di correzione, pensano cioè di rendere l’addestramento più piacevole al cane. Non considerano però che senza queste misure, a mio avviso fondamentali, il cane rischia di impiegare un tempo dieci volte maggiore di quello che impiegherebbe con l’ausilio di un semplice calcio in culo ben assestato. Allora che cos’è più coercitivo? E’ meglio costringere il cane a lunghissime sessioni d’addestramento e doverlo portare comunque sempre a guinzaglio e supercontrollato, perché più di tanto non impara, o è meglio
ottenere un’obbedienza da manuale in cinque minuti con un metodo un po’ più duro?
Non dimentichiamo, inoltre, che tutto questo bisogno di dolcezza e di gentilezza è tipicamente umano. Siamo noi che siamo stati educati a risolvere le controversie con la diplomazia, a non picchiarci per cose da poco. A noi uomini hanno inculcato che bisogna aiutare i più deboli e
rispettare il prossimo in ogni caso. I cani non sono così. I cani per contendersi un osso o per stabilire una gerarchia non esitano a darsele di santa ragione. Se un giovane esemplare prova a disobbedire a una regola che ha stabilito un adulto, quest’ultimo non penserà certo a distrarlo e a
premiarlo su un comportamento desiderato, e nemmeno lo ignorerà, ma utilizzerà il linguaggio canino, che fino a prova contraria è fatto anche di minacce, ringhi e morsi.
Ritengo quindi,che il metodo coercitivo sia, in assoluto, il metodo più chiaro e comprensibile per il cane. I risultati arrivano veloci, senza inutile stress psicologico.

Capitolo I
Il linguaggio del corpo

In questo capitolo impareremo come meglio sfruttare ai fini dell’addestramento tutti quei segnali che ogni cane già dovrebbe conoscere istintivamente perché sono fondamentali nella comunicazione tra conspecifici.

La stretta al muso

E’ la tecnica che riprende il morso al muso della mamma sul cucciolo esuberante.
E’ importantissima per fissare la nostra supremazia e leadership sul cane. “Io sono grande, tu sei solo un cucciolo”, questo è il segnale che diamo al cane ai primi cenni di insubordinazione.
E’ particolarmente indicata nei casi di cani particolarmente dominanti, per fargli fare brutta figura e umiliarli davanti agli altri (tipico esempio, il cane che alza il pelo sulla schiena, vedendo un conspecifico).
L’esecuzione è molto semplice: basta solo portare la mano all’altezza degli occhi tenendola leggermente flessa. Subito dopo dovremo spingere con forza vero il basso, serrando la presa. Si consiglia, nell’esecuzione di questo segnale, di inveire animatamente contro il cane con frasi minacciose e intimidatorie, oppure irriverenti e oltraggiose.

Lo sberlone

Anche in questo caso si riprende un gesto lupino. Il sovrastare col corpo e con le zampe in segno di dominanza.
Questa espressione comunicativa molto classica ha molto successo anche se messa in pratica a freddo e di sorpresa. In questo caso il nostro semplice gesto diverrà una vera e proria arma che lavora soprattutto sulla psicologia del cane. Lo sberlone è motivo di figuraccia e umiliazione del cane davanti agli altri e allo stesso tempo provoca un tempo di qualche secondo di sbigottimento, che potrete sfruttare per distogliere il cane da azioni indesiderate e portarlo su quelle corrette. Oppure è possibile aumentare la punizione correttiva, passando proprio in questa frazione di secondo alla tecnica del calcio nel sedere che vedremo nel paragrafo successivo.
Questa mossa è particolarmente consigliata con i cani più socievoli e fiduciosi, con i quali abbiamo un rapporto molto stretto, che non si aspettano la sberla e quindi ci restano male e ciò li porta a ragionare di più su quali siano state le loro colpe per arrivare a tutto ciò.

Il calcio nel sedere

Il cane che si sottomette, abbassa la coda e la ritira tra le zampe posteriori. Lo sanno anche i bambini. Bene. Aiutiamolo a farlo!
Dovrebbe essere superfluo premettere che quando si addestra il cane e si lavora con lui, occorre un abbigliamento adeguato. Mica si può andare al campo in giacca e cravatta. Alla classica tuta da ginnastica o completo sportivo, consiglio sempre di abbinare un paio di scarpe da calcio con tacchetti e la punta rinforzata. Vi permetteranno di non scivolare e vi saranno d’ausilio nelle tecniche d’addestramento. Alle mie scarpe d’addestramento ho fatto fare una punta di ferro apposta dal mio calzolaio di fiducia. La tecnica del calcio nel sedere può essere messa in pratica come
rinforzo della tecnica precedente, durante la fase di sbigottimento del cane, oppure può tornare molto utile per correggere le distrazioni. Se per esempio il cane perde concentrazione e si mette ad annusare per terra, dovreste avvicinarvi con indifferenza e colpirlo ripetutamente dietro alle cosce o nella parte posteriore. Ottimo metodo  anche per sollecitare i cani pigri che si siedono o si accucciano a terra anziché lavorare.

Il cazzottone

E’ un duro colpo, comunemente conosciuto anche come papagna o nespolone. Se bene eseguito, mette immediatamente fine a ogni atto di insubordinazione.
Il cazzottane si riconosce per il particolare rumore sordo poiché tutta la superficie della mano colpisce il cane sulla parte piatta del cranio.
Per eseguire un buon cazzottonne bisogna prendere il cane alla sprovvista mentre sta compiendo l’azione indesiderata (per esempio mentre sta ringhiando a un altro cane o mentre sta annusando per fare pipì in un posto proibito). E’ anche il metodo più funzionale per zittire i cani che abbaiano eccessivamente all’interno del kennel. Basta aprire lo stesso e prenderlo di sorpresa appena mette fuori la testa.

Il morso all’orecchio

Al di là di quello che si può pensare, questa gestualità è efficientissima poiché riprende un comportamento naturale dei cani. Personalmente, vi dirò che mi è stata utile più di una volta al campo come tra le mura domestiche.
Il morso all’orecchio è una correzione particolarmente indicata negli esercizi che richiedono uno stretto contatto tra cane conduttore. Ad esempio nella condotta a guinzaglio, nel seduto di fronte o quando, nell’applicazione di altre correzioni, state rotolandovi per terra in una colluttazione.
La tecnica è semplice: avvicinate la bocca alla faccia del vostro cane lateralmente e date un morso con tutta la forza che avete senza lasciare, finché non sentite la pelle dell’orecchio che quasi si stacca.
Non fate questa mossa se vi fa impressione il sangue. Può darsi che il cane prenda a guarire a gran voce. In tal caso significa che ha poca tempra.
Prendiamone atto, ma non è la fine del mondo. E’ una cosa quasi normale, con la selezione di oggi, purtroppo.

Capitolo II
Gli strumenti

Conoscere la mimica espressiva dei cani e il loro linguaggio è molto importante, purtuttavia, è lecito aspettarsi che anche il cane, animale notoriamente intelligente (seppure a volte sopravvalutato) compia un minimo sforzo per comprendere il nostro modo di comunicare verbale e non verbale.
L’ingegno umano ha prodotto strumenti molto efficaci che riprendendo la gestualità lupina, ne facilitano i processi di associazione che permettono di comprendere il nostro modo di esprimerci. Vediamoli.

Il collare a strozzo

Questo strumento, ormai conosciutissimo, è molto semplice e di facile utilizzo. Ha l’innegabile vantaggio di poter essere utilizzato nella quotidianità, senza che i soliti incompetenti ci riempiano di domande inquisitrici, come capita con collari elettrici o a punte.
La tecnica è ovvia e comprensibile dal nome stesso dello strumento. Se il cane prova a sgarrare, lo si strozza. Per una miglior funzionalità consiglio di utilizzarlo con grande velocità ed energia. Ma è soprattutto la velocità a essere importante. Basta un colpo secco. Secco ma veloce. Se non siete sufficientemente veloci potreste cercare la complicità di un amico che potrebbe dare lo strappo correttivo stando alla guida di una motocicletta.

Il collare con le punte

Anche questo è uno strumento tanto classico quanto efficace che non mancherà di produrre risultati soddisfacenti per qualsiasi addestramento. Si utilizza più o meno come il collare a stozzo, e anch’esso non è ancora stato proibito dalla polizia italiana. E nemmeno da quella tedesca e inglese. A Disneyland però è vietato.
Io consiglio di scegliere un modello efficiente con punte ben affilate. Sono un po’ più dolorose ma vi porteranno risultati in tempi più rapidi. Quindi, alla fine. meglio sanguinare un poco e imparare subito, piuttosto che soffrire di meno ma a lungo, però senza imparare.

Il collare elettrico

Sempre più spesso sostituito dalla versione più moderna (quello elettronico), si basa sullo stesso principio, ma ha il vantaggio di essere utilizzato a distanza. Quindi, ancora una volta, scopriamo il vantaggio dell’effetto sorpresa, e possiamo stendere il cane con una scarica elettrica quando meno se l’aspetta.

Il badile

Ce ne sono di due tipi. Uno più utilizzato dai contadini, per i lavori in terra. L’altro è comune tra i muratori. Non solo per spalare la sabbia ma anche per risolvere piccole controversie personali. E’ uno strumento utilissimo per dissuadere il cane dalle azioni indesiderate, ma anche per porvi fine rapidamente sorprendendolo nelle malefatte, senza nemmeno dargli il tempo di reagire.

Il fucile da caccia

E’ uno strumento piuttosto pericoloso, che andrebbe utilizzato solo da addestratori veramente esperti. Anche se tutti ben sappiamo che . chi più e chi meno. insomma, chi è che non ne ha uno in casa?
Consiglio di utilizzarlo soltanto con cani particolarmente difficili, con problemi seri e solo quando siete assolutamente certi della volontà esplicita del cane di disobbedire e della sua malafede nell’insubordinazione. Ma soprattutto dovete essere sicuri che non vi vedano. Il fucile andrebbe sempre caricato a sale o con pallottole per selvaggina molto piccola e dovreste mirare alle parti non vitali. Se doveste sbagliarvi e combinare un guaio grosso, è meglio sparire velocemente. Anche se si tratta del vostro cane, siete sempre passibili di denuncia. Per cui, mi raccomando: solo se è veramente indispensabile e se avete provato tutti gli altri metodi.

Capitolo III
La tecnica

Ora che sappiamo tutto sulla comunicazione, sui processi d’apprendimento e sugli strumenti utilizzabili, possiamo mettere insieme tecniche dissuasive più complesse, per porre fine ai comportamenti indesiderati più radicati e riportare il cane sulla retta via.

Il metodo della tromba da stadio

La tecnica è semplice ma molto efficace: una volta che avete sorpreso il cane a intraprendere un’azione scorretta, vi avvicinate da dietro senza che se ne accorga e improvvisamente gli fate suonare una tromba da stadio nelle orecchie. Alcuni accompagnano a questa tecnica uno  sberlone o un cazzottone in testa per renderla più incisiva.

La doccia fredda

Nei comandi a distanza, dove non è possibile arrivare a picchiare il cane a mani nude, potete avvalervi di strumenti ausiliari. Uno di questi è la semplice canna dell’acqua. Non appena il cane intraprende l’azione indesiderata lo colpirete con un potente getto d’acqua gelida che lo riporterà sul comportamento corretto.

La sferzata correttiva

Se non avete l’acqua a disposizione, potete usare, con la stessa tecnica precedentemente esposta, una lunga frusta da cocchiere. Ce ne sono di diversi modelli. Quelle più lunghe possono essere usate anche a distanza maggiore e fanno più male, quindi sono meglio recepite. Però occorre anche una certa tecnica nell’utilizzarle.

La mazzata correttiva

La mazzata si usa perlopiù all’improvviso avendo l’accortezza di non fare capire al cane che gliela state per dare.
La mazzata va sempre data sul setto nasale del cane (v. capitolo linguaggio del corpo), sul sopracciglio o, se siete davvero bravi, gliela potete dare in bocca in modo che la senta sulla dentatura superiore.
L’esecuzione della mazzata è semplice, ma i migliori risultati li avrete se saprete utilizzare il peso del vostro corpo portandolo prima indietro (inspirando) e poi tutto in avanti (espirando).
Se il cane non è stupido può cercare di tirarsi indietro, per cui consiglio, ancora una volta, di cercare di coglierlo di sorpresa. Se invece di tratta di un cane dominante che reagisce, lasciatelo avvicinare senza guardarlo negli occhi, come se aveste paura, poi rigiratevi di scatto e afferrandogli un orecchio con una mano dategli una bella mazzata sull’arcata dentaria superiore.
Oppure potete giocare d’astuzia con un comando ingannevole: “chi c’è?”.”c’è il gatto!”. come il cane gira la testa per guardare, si ritrova steso a terra senza sapere nemmeno come.

L’investimento con la macchina

Talvolta si può di avere a che fare con cani particolarmente testardi e tosti, ma non necessariamente stupidi, che non recepiscono nessun insegnamento con i metodi tradizionali. Si tratta semplicemente di cani molto dominanti. Non bisogna mai darsi per vinti perché in questo modo assumerebbero loro stessi il ruolo di capobranco e questo potrebbe essere molto pericoloso. Si tratta solo di studiare un metodo più incisivo. E dove non arriva l’abilità, arriva la forza. Dopo l’ennesimo atto di insubordinazione ripetuto, fate semplicemente finta di rinunciare all’addestramento, come se voleste abbandonare il cane, prendere la macchina e andarvene a casa. Per rendere la cosa più credibile potete dire frasi tipo “v@ff@nc##o, cane di me##a, addestrati da solo, io vado a casa!” . oppure “mi hai rotto le ba@##e, fai quel c@##o  che  ti pare! Me ne vado!”
Una volta saliti sull’auto, mettete in moto velocemente fate un passaggio prima-seconda premendo l’acceleratore a tavoletta.  Puntate nella direzione del cane e andateci dritto sopra col muso della macchina finché non lo vedete scomparire sotto al cofano. Non disubbidirà più.

Denis Ferretti
IDAC – 2 Agosto 2004

Da Tipresentoilcane: “Quel delinquente di Denis Ferretti”