Giudicare la qualità di un cane secondo standards che sono stati tramandati oralmente da una generazione all’altra senza una forma scritta significa giudicare per tradizione.

Questo è un meccanismo simile a quello che si ritrova nelle corti di giustizia anglosassoni.

I Carlini rollano, ma finché nel 1991 questo non è stato affermato nello standard (che risale al 1883) gli appassionati lo sapevano per tradizione. (*)

Lo standard del Beagle (1957) dice che la razza deve essere di un “qualsiasi colore da segugio”.

Chi ha mai visto un Beagle con un mantello maculato ?

La tradizione e solo la tradizione ha permesso di mantenere lo schema di colori caratteristico piuttosto che un “qualsiasi colore da segugio”.

La tradizione può finire col diventare tipo.

È vero che probabilmente nessuno standard copre tutti gli aspetti che vengono presi in considerazione alle esposizioni.

Conoscendo lo scopo originale di una razza e le tradizioni legate ad essa, ed esaminando molti cani, vengono valutati aspetti che di solito non sono menzionati.

In alcuni standards – tipo quello del Siberian Husky – vengono richiamati, anche se non elencati, i cosiddetti difetti strutturali “comuni” che sono considerati indesiderabili in ogni altra razza.

Il tipo può essere definito come “l’insieme delle qualità caratteristiche che distinguono una razza”: l’incarnazione dei punti essenziali di uno standard.

Le caratteristiche di tipo coinvolgono la struttura, il movimento, il temperamento e i particolari estetici di una data razza.

Le caratteristiche di razza che si accordavano con questi requisiti o che si accordavano con i requisiti che erano nella mente dei fondatori della razza sono stati incorporati in anni recenti in uno standard di razza scritto.

Mentre il tipo generale viene stabilito da uno standard scritto, i dettagli vengono in genere valutati mediante osservazione.

L’espressione dell’occhio, le caratteristiche dell’andatura e la tessitura del mantello non possono essere adeguatamente resi mediante descrizioni, ma possono essere fissati nella mente osservando molti soggetti di valore.

Come affermato in precedenza, gli standards non sono sempre chiari e spesso richiedono interpretazione.

Se il tipo è “l’insieme delle qualità caratteristiche che distinguono una razza” e se il significato delle parole in uno standard richiede interpretazione, ne consegue che il tipo può variare dipendendo da chi effettua l’interpretazione.

Alcuni argomentano che per ciascuna razza c’è un solo tipo corretto.

È vero che probabilmente dovrebbe esserci un solo tipo corretto, ma il tipo non è assoggettabile a valutazioni matematiche o a misurazioni.

Tutti gli esperti di cani hanno fissato nella loro mente una immagine che ritengono rappresenti correttamente il tipo razziale.

Sfortunatamente quella immagine non è sempre identica all’immagine ritenuta da altri.

Tra gli esperti esiste – in realtà – diversità di opinioni.

Pochi standard di razza descrivono adeguatamente quale dovrebbe essere il carattere della razza, nonostante questo la maggior parte della gente lo sa.

Un buon ring di terriers può essere un ring rumoroso; ciascun cane vuol far sapere agli altri che è il capo.

I segugi sono animali pacifici ed amabili abituati alla cerca in gruppo e raramente attaccano.

I cani da penna sono stati selezionati per una pacifica convivenza nel canile e l’attaccar briga è lontano dal loro carattere.

I cani da guerra e da guardia sono stati selezionati originariamente per taglia e ferocia.

Oggigiorno queste stesse razze vengono selezionate con schemi caratteriali decisamente più tranquilli. La nostra società e gli enti cinofili non tollerano cani aggressivi.

Sebbene pochi standards definiscano chiaramente il carattere di una razza, il carattere deve essere preso in considerazione.

Una “testa penzoloni” nel ring dei terriers raramente vince.

Nel ring dei raggruppamenti e in quello del Best in Show ci vuole qualcosa di più di una bellezza marmorea per vincere: il cane deve imporsi “attirando l’occhio” per vincere.

È per tradizione che viene valutato il carattere, anche se il carattere può non essere espressamente menzionato nello standard.

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(*) Le date e gli standard di razza a cui ci si riferisce – anche nel resto dell’articolo – sono quelli dell’American Kennel Club (A.K.C.)